Ramin Bahrami scompone la musica di Bach e la ricompone in modi che risentono di un modello, Glenn Gould, senza veramente assomigliare al modello. Io gli ho insegnato a sopportare il morso, ma non l’ho domato; e spero che continui ad essere com’è
Piero Rattalino
Ramin Bahrami è considerato uno dei più interessanti interpreti di Bach al pianoforte. Dopo l’esecuzione dei Concerti di Johann Sebastian Bach a Lipsia nel 2009 con la Gewandhausorchester diretta da Riccardo Chailly, la critica tedesca lo considererà: “un mago del suono, un poeta della tastiera… artista straordinario che ha il coraggio di affrontare Bach su una via veramente personale”
Leipziger volkszeitung
La ricerca interpretativa del pianista iraniano è rivolta alla monumentale produzione tastieristica di Johann Sebastian Bach, che Bahrami affronta con il rispetto e la sensibilità cosmopolita della quale è intrisa la sua cultura e la sua formazione. Le influenze tedesche, russe, turche e naturalmente persiane che hanno caratterizzato la sua infanzia, gli permettono di accostarsi alla musica di Bach esaltandone il senso di universalità che la caratterizza.
Bahrami si è esibito in importanti festival pianistici tra cui “La Roque d’Anthéron”, Festival di Uzés, il Festival “Piano aux Jacobins” di Toulose, il Tallin Baroque Music Festival in Estonia e il Beijing Piano Festival in Cina, Festival di Brescia e Bergamo, Ravello Festival ed in prestigiose sedi italiane come il Teatro alla Scala di Milano, la Fenice di Venezia, l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, etc..
Nato a Teheran si diploma con Piero Rattalino al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica di Imola e con Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda. Si perfeziona con Alexis Weissenberg, Charles Rosen, András Schiff, Robert Levin e Rosalyn Tureck.
Ramin Bahrami incide in esclusiva per Decca-Universal. I suoi CD sono dei best seller e riscuotono sempre molto successo di pubblico e di critica tanto da indurre il Corriere della Sera a dedicargli una collana apposita per 13 settimane consecutive. È entrato cinque volte nella classifica top 100 dei dischi più venduti pop di Gfk.
Le sue registrazioni vengono regolarmente trasmesse dalle maggiori emittenti internazionali.
Nel 2016 ha avuto il privilegio di inaugurare la stagione di musica da camera di Santa Cecilia a Roma e al Beethoven Festival di Varsavia in collaborazione con il flautista Massimo Mercelli, con cui ha registrato le sonate per flauto e piano per Decca.
Reduce da un concerto trionfale alla Sala Grande dell’Accademia Liszt a Budapest e alla Tonhalle di Zurigo, recentemente si è esibito con Yuri Bashmet e I Solisti di Mosca e ha avuto il privilegio di suonare in una gala di beneficenza con Sabine Meyer.
È stato insignito del premio “Mozart Box” per l’appassionata e coinvolgente opera di divulgazione della musica, gli è stato conferito il Premio “Città di Piacenza–Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi protagonisti della scena musicale, riconoscimento assegnato prima di lui a Riccardo Muti, José Cura, Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi. Ha inoltre ricevuto la cittadinanza onoraria dalle città di Catania e Palermo e il sigillo dall’Università di Sassari.
Fra i suoi prossimi impegni una tournée in Estremo Oriente (fra cui Tokyo, Osaka, Pechino e Shangai) col programma “Bach is in the air” in duo con Danilo Rea.
Ramin Bahrami ha scritto due libri per Mondadori, un terzo edito da Bompiani dal titolo “Nonno Bach”, e altri tre con La Nave di Teseo.
“The performances are both life – enchancing fun, and breathtakingly and movingly beautiful” (Musicweb international)
“Bahrami shows fine technique and crisp articulation in the fast passage work” (BBC Music Magazine)
“Bahrami´s playing is everywhere strong and fluent” (New York Times)
“The performances have a rhythmic litheness that makes you want to get up and dance”. (Los Angeles Times)